Giulia Sorgon e altri giovani degli Arcieri Ciliensi ci raccontano cosa significa tirare con l'arco per loro.
Quello che provi quando ti trovi sulla linea di tiro, è un’emozione, non un’emozione monotona o ripetitiva, ma un’emozione sempre nuova, che ti porta a un’analisi continua delle tue capacità, allo scoprirti debole o disattento in alcuni momenti, e semplicemente a farti capire che devi esercitarti il più possibile per migliorare.
Lo sguardo che in ogni frazione di secondo passa dal bersaglio alla faretra, con tutte le tue fidate frecce; la mano che scatta a prendere una freccia: è questo che da inizio alla vera magia del tirare con l’arco. Incocchi la freccia, fai un respiro profondo e tendi la corda, sentendo una sensazione sempre nuova all’altezza delle spalle. Pochi secondi dopo un rumore secco, improvviso, la freccia parte, va a conficcarsi nel centro, proprio dove doveva andare. Neanche un secondo dopo silenzio, di nuovo. L’arco si abbandona nella tua mano, quasi fosse esausto, ma tu sai che si sta solo preparando per l’avventura successiva. Infatti poco dopo il ciclo ricomincia, e tutto si ripete.
Ogni freccia è diversa, ogni volta tu sei diverso e soprattutto ogni volta il risultato è diverso.
Quando tiri ti sembra di essere in un'altra epoca; se non butti l’occhio fuori dal bersaglio e dal paglione potresti pensare di essere al centro di una guerra, a difendere la tua Patria nelle numerose battaglie Medioevali, oppure di essere in una gara in un periodo ancora precedente al Medioevo, per contenderti una giovane o per essere decretato il migliore tra i soldati.
Ed è proprio questa emozione, quella di dimostrare agli altri quello che sappiamo fare, che noi, Arcieri Ciliensi, sentivamo quando abbiamo partecipato alla Coppa Italia Giovanile a Cantalupa (To) lo scorso 8 dicembre. Sempre, ma soprattutto in quell’occasione, per noi il tiro con l'arco non è stato un gioco, e probabilmente non può essere neanche considerato tale. Dopo molti anni senza qualificazione alla Coppa Italia Giovanile, quest’anno è arrivata, voluta, ma non certo scontata, che ci ha resi tutti molto fieri di noi stessi. Entrare nelle migliori 16 squadre giovanili italiane non è poco. Non eravamo certo fra i favoriti, molte altre squadre avevano dei risultati migliori dei nostri, ma per noi essere riusciti ad arrivarci era già una soddisfazione enorme.
La mattina dell’8 dicembre abbiamo disputato, in 6 della nostra società, una gara indoor classica, per determinare gli scontri diretti del pomeriggio. Alcuni di noi hanno fatto i loro migliori punteggi, altri sono rimasti nella loro media annuale. Ci siamo qualificati quindicesimi e dopo appena un’ora dal fischio finale della gara mattutina sono iniziati gli scontri diretti. È stata durissima, ognuno di noi potrà dirvi la stanchezza che sentivamo sulle braccia e sulle spalle, proprio come potrà dirvi l’immensa voglia di andare avanti, di arrivare tra le prime quattro. Il podio non è arrivato, ma a fine giornata ci siamo qualificati settima squadra giovanile d’Italia, un risultato inatteso per tutti, senza dimenticare che negli scontri diretti al primo turno ci siamo permessi di battere i favoriti e in uno scontro successivo, addirittura la squadra risultata poi la vincente.
Abbiamo terminato questo buon 2014 con questa fantastica esperienza e abbiamo iniziato il 2015 con le qualificazioni per alcuni di noi ai Campionati Regionali di Mareno di Piave dell’11 Gennaio 2015, coronati anche da alcuni podi, sia individuali che di squadra e comunque con ottime prestazioni da parte di tutti i partecipanti all’evento.
Questo dimostra che, nonostante il paese piccolo e la società con non molti tesserati, è possibile avere riconoscimenti sia a livello regionale sia nazionali, basta la determinazione e l’impegno da parte di tutti.