Intervista al Presidente FITARCO Mario Scarzella, pronto a raggiungere il gruppo azzurro a Londra, impegnato in uno degli ultimi allenamenti al Lord's Cricket Ground prima del via delle Olimpiadi.
Anche il Presidente FITARCO Mario Scarzella è pronto a sbarcare a Londra nella doppia veste di dirigente italiano e dirigente internazionale (ricopre infatti le cariche di Vicepresidente Vicario della World Archery e Presidente della World Archery Europe).
In attesa di incontrare il Presidente Federale, il gruppo azzurro, composto dagli arcieri Marco Galiazzo, Michele Frangilli, Mauro Nespoli, Natalia Valeeva, Jessica Tomasi e Pia Lionetti, dal Capomissione Alvaro Carboni (Segretario Generale FITARCO), dal Commissario Tecnico Gigi Vella, dal tecnico dell’olimpico maschile Dong-Eun “Pietro” Suk, dal coach del trio femminile Young-Sook Park e dal fisioterapista Andrea Rossi, è in questo momento al Lord’s Cricket Ground per uno degli ultimi allenamenti prima del via alle gare (venerdì 27 luglio).
“Mancano ormai poche ore e mi accorgo che attorno a noi sale la tensione in vista delle competizioni”, dice il Presidente Mario Scarzella pochi minuti prima di salire sull’aereo che lo condurrà a Londra.
“Questa è la terza Olimpiade che seguo da presidente della FITARCO, la prima da Vicepresidente Vicario della Federazione Internazionale. Spero che la nostra disciplina regali a coloro che saranno presenti al Lord’s Cricket Ground ed ai milioni di spettatori che ci seguiranno in televisione dei momenti esaltanti. Il tiro con l’arco sa essere davvero avvincente nei momenti decisivi delle competizioni, è uno sport ricco di suspense e consentitemi di sperare che questi momenti così coinvolgenti possano viverli da grandi protagonisti anche le arciere e gli arcieri della nazionale azzurra…”.
Il ricordo più bello delle sue esperienze olimpiche?
“Senza dubbio la medaglia d’oro di Marco Galiazzo ad Atene 2004. Anche in quella occasione eravamo in una location storica come lo Stadio Panathinaiko: l’oro di Marco era il primo nella storia del tiro con l’arco italiano, una vittoria che ha dato un grande contributo alla visibilità del nostro sport. Noi tutti gli siamo ancora immensamente grati e ammetto che in quell’occasione una lacrima di gioia l’ho versata”.
Sotto la sua presidenza l’Italia ha vinto l’oro ad Atene con Galiazzo e poi l’argento a squadre a Pechino con Di Buò, Galiazzo e Nespoli. A Londra cosa accadrà?
“Innanzi tutto preciso che prima di me ci sono state altre medaglie: dal doppio bronzo di Giancarlo Ferrari a Montreal ’76 e Mosca ’80, passando al bronzo a squadre di Bisiani, Frangilli e Parenti ad Atlanta ’96 e l’argento a squadre a Sydney 2000 con Bisiani, Di Buò e Frangilli. Sono quattro edizioni consecutive dei Giochi Olimpici che la Fitarco sale sul podio e l’obiettivo è di proseguire con questa tradizione vincente. Purtroppo la certezza di farcela non ce la può dare nessuno, il livello medio dei nostri avversari è cresciuto notevolmente ed è sempre più difficile mantenere quel ruolo di leadership che ci siamo ritagliati in questi quadrienni. D'altronde questo testimonia dell’ottimo lavoro svolto dalla World Archery nello sviluppo dell’arcieria internazionale”.
Quali sono gli avversari più temibili?
“Alle Olimpiadi i pronostici sono degli autentici azzardi, spesso disattesi. Certamente la Corea del Sud resta la Nazione più vincente e forte ed ha dalla sua i favori dei bookmaker, sia nel maschile che nel femminile. La Gran Bretagna, che gioca in casa, punta a ben figurare ma, soprattutto nell’individuale, può sempre uscire un vincitore totalmente inatteso. Gli Usa puntano molto sull’ottimo Brady Ellison, Ucraina e Russia sono da sempre competitive, la Francia conta su giovani promettentissimi, India e Cina sono cresciute tanto, così come altre Nazionali. Diciamo che sono in tanti a potersi giocare il podio, peccato che questo abbia solo tre gradini e non potrà accontentare le speranze di tutti!”.
E l’Italia?
“I nostri ragazzi non li cambio con nessuno. L'Italia resta tra le prime 5 al mondo. Possiamo solo garantire che ce la metteranno tutta e noi dirigenti, con l’attento lavoro dei tecnici, abbiamo fatto il possibile per metterli nelle migliori condizioni di esprimere le loro qualità. Il movimento arcieristico italiano ci seguirà numeroso ed appassionato come sempre. Mi auguro però che le gesta degli Azzurri al Lord’s Cricket Ground godano del tifo di tutti gli sportivi italiani che, grazie alle Olimpiadi, potranno conoscere più da vicino una disciplina meravigliosa come il tiro con l’arco”.