La spedizione azzurra ai Giochi Paralimpici di Parigi si arricchisce di una nuova medaglia: è ancora di bronzo, come quella ottenuta da Daila Dameno e Paolo Tonon nel W1 mixed team. E arriva dal Ricurvo Open femminile. Ma soprattutto, da lei: Elisabetta Mijno. Un monumento vivente del tiro con l’arco. Una campionessa che, nella quotidianità, veste i panni di medico chirurgo al CTO di Torino. E che, non appena ha un minuto di tempo tra un turno e l'altro, raggiunge il campo e si posiziona sulla linea di tiro per coltivare un talento assoluto, impastato di impegno, sacrificio e passione. E il risultato è sotto gli occhi di chiunque: quarto podio paralimpico consecutivo, dopo due secondi posti (Londra 2012 nell’individuale, e Tokyo 2021 a squadre miste con Stefano Travisani) e un terzo a Rio 2016 (sempre a squadre miste ma con Roberto Airoldi). La storia si compie un’altra volta. E ha i contorni della leggenda.
Elisabetta vince il terzo posto battendo l'atleta della Mongolia Selengee Dembler per 6-2 ottenuto in rimonta, dopo che aveva vinto con due netti 6-0 agli ottavi contro Jennings (Aus) e ai quarti con Olszewska (Pol), per poi ritrovarsi a perdere incredibilmente la semifinale all'ultima freccia con la cinese Wu Yang 4-6, nonostante sommando i punti ottenuti sul bersaglio l'azzurra avrebbe vinto 134-131 con sette 10 contro i due 10 dell'asiatica. Wu Yang è stata poi superata nella finalissima dalla compagna di nazionale Wu Chunyan, che si impone per 7-1.
Domani ci sarà ancora l'Italia all'Esplanade des Invalides, con Stefano Travisani impegnato nel Ricurvo Open maschile ai 16esimi con il giapponese Tomohiro Ueyama alle ore 10:42. Mentre Elisabetta Mijno tornerà in campo dopodomani insieme a Travisani per le sfide a squadre miste che chiuderanno il programma arcieristico.
Foto CIP/Alegni
LA CRONACA DELLA GIORNATA
FLORENO ELIMINATA - Nulla da fare per Veronica Floreno. L’atleta di Erice non trova il “feeling” con il bersaglio ed è costretta ad arrendersi alla portacolori della Mongolia: Oyun-Erdene Buyanjargal, capace di imporsi con un secco 6-0. Nel primo atto, la siciliana infila due frecce nel giallo (9 e 10), ma paga a caro prezzo uno “zero” che lascerà delle scorie pure nei set successivi: 19-22, 15-21, 21-27. E Veronica è costretta a salutare Parigi al primo turno.
FLORENO ELIMINATA - Nulla da fare per Veronica Floreno. L’atleta di Erice non trova il “feeling” con il bersaglio ed è costretta ad arrendersi alla portacolori della Mongolia: Oyun-Erdene Buyanjargal, capace di imporsi con un secco 6-0. Nel primo atto, la siciliana infila due frecce nel giallo (9 e 10), ma paga a caro prezzo uno “zero” che lascerà delle scorie pure nei set successivi: 19-22, 15-21, 21-27. E Veronica è costretta a salutare Parigi al primo turno.
LE DICHIARAZIONI - “Non sono riuscita a gestire la forte emozione - è il commento di Floreno, affidato alla Rai - E, per questo, ho sbagliato parecchie frecce. Lo “zero”? Non mi ha condizionato particolarmente, anche perché poi ho centrato un 10. A condizionarmi, semmai, è stata la tensione”. Veronica è tornata a esibirsi sul palcoscenico paralimpico, otto anni dopo l’edizione di Rio de Janeiro: “Ora continuerò a fare il tifo per i miei compagni di squadra”.
OTTAVI: MIJNO AVANZA - Per quanto riguarda Elisabetta Mijno, c’è da affrontare subito un’avversaria in grado di vincere l’argento ai Giochi di Rio. Sì, ma nella paracanoa. È l’australiana Amanda Jennings: una sportiva esperta e a tutto tondo. L’azzurra, però, è granitica nelle sue certezze: completa il primo set con 29 punti a tabellone (su 30, contro i 24 di Jennings), centra altri due 10 nel secondo, chiuso 28-26. E respinge l’ultimo tentativo di rimonta dell’australiana: 25-24 nel terzo set. E 6-0 impacchettato.
DOMINIO NEI QUARTI - Nella sfida relativa ai quarti di finale, è il turno della polacca Milena Olszewska, numero 3 della classifica mondiale e bronzo a Londra 2012 e Rio 2016: sulla carta, un confronto durissimo. Sul campo, invece, non c’è storia. Elisabetta domina: all’interno della sua metaforica bolla, non c’è spazio per niente e nessuno. Si decolla con un doppio 9 e un 8, che valgono il 26-21 del set di partenza. E si prosegue sulla stessa falsariga. Anzi, l’azzurra eleva ulteriormente la qualità di gara e centra pure un 10. Prende forma il 27-23 e, di riflesso, il 4-0. Con la spalle al muro, la polacca rimane agganciata all’azzurra nei primi due tiri del terzo atto, ma incappa in un 6 che si rivelerà fatale. La piemontese ne approfitta e completa l’opera a modo suo: con un 10.
BEFFA IN SEMIFINALE - La strada è spianata per la semifinale, al cospetto della cinese Wu Yang. E le due atlete si presentano al faccia a faccia con un percorso immacolato: 12 set all’attivo, nessuno al passivo. Pur essendo all’esordio ai Giochi paralimpici, Wu è in vetta al ranking. E la spunterà per una questione di millimetri: 6-4. Un vero peccato, anche perché Mijno ha un approccio impeccabile: doppio 10, oltre a un 9, e la prima frazione (29-24) è in cassaforte. Ma la cinese non è numero uno al mondo per grazia ricevuta. E riporta subito il match sui binari dell’equilibrio: 28-25, complice un 6 di Mijno. Wu entra in fiducia e completa la rimonta in un terzo set a lungo in bilico: 27-26 per l’arciera orientale e 4-2. Elisabetta, però, non arretra. Mantiene i nervi saldi. E, da fuoriclasse quale è, realizza due 10 e un 9 nel quarto set. “Perfect score” sfiorato (29 punti su 30, contro i 26 della cinese) ed è di nuovo parità: 4-4. Tutto si decide nel quinto capitolo di una sfida da romanzo. Peccato che manchi il lieto fine. Perché Mijno scivola in un 7, a cui aggiunge il solito centro del bersaglio e un 8, mentre Wu, all’ultimissima freccia, trova il 9 di riga che farà la differenza. Dettagli, inezie. Le Paralimpiadi sono così: meravigliose e imprevedibili, a volte crudeli. Soprattutto se si considera che, con il sistema cumulativo di punti, avrebbe avuto la meglio l’azzurra 134-131.
ANCORA SUL PODIO - Ma c’è ancora una medaglia da conquistare: di bronzo. Ed Elisabetta riesce a mettersela al collo grazie al successo su Selengee Demberel, atleta della Mongolia, piegata con un secco 6-2. Anche se l’avvio è col freno a mano tirato: Mijno non riesce a entrare nel cerchio giallo e cede il primo set con un punteggio inusuale (23-26). Ma ci vuole ben altro per scalfire il pilastro della Nazionale italiana, che reagisce in maniera esemplare: tris di 10, 30-28. E si ricomincia. Anche perché nel terzo atto arriva un altro tris: questa volta di 9. Basta e avanza per portare in attivo il conto dei set: 4-2. Il traguardo è vicino. Ed Elisabetta lo taglia sfoderando la sua solita classe: doppio 10, più un 9. Sì, sul viso della campionessa azzurra compare finalmente un sorriso. Gli occhi si inumidiscono: i suoi e quelli del responsabile tecnico Willy Fuchsova. Ancora una volta, grazie “Betta”.
LE DICHIARAZIONI - ”Le medaglie sono sempre una soddisfazione, poi il colore cambia e la differenza c’è, ma non posso dire che sia stata una brutta giornata - afferma Elisabetta Mijno alla Rai -. Porto a casa delle belle sensazioni, delle belle frecce. E un pubblico fantastico, mai visto prima: è un segnale importante per l’intero movimento. Stasera, però, non dormirò molto. Magari lo farò domani. E giovedì ci sarà l’ultima gara”. Ovvero, la prova a squadre, in tandem con Travisani: “La settimana di attesa prima di gareggiare? Ormai è il mio destino - sorride “Betta” -. È difficile aspettare, non lo nascondo. Perché ci si carica di tensione. Ma ho cercato di vivere questo periodo nel miglior modo possibile, tra riposo e allenamento. Periodo che ho dedicato a me stessa, a questo sport e ai miei compagni di squadra”. La semifinale persa con un maggior numero di punti lascia un pizzico d’amaro: “Nell’arco succede, è il nostro sport. Anche se dà un po’ fastidio. Pazienza, avrei dovuto sbagliare meno”. Rispetto alle prospettive per Los Angeles 2028, Mijno frena: “Vedremo, quattro anni sono tanti. La mia voglia di vincere non cambia, ma ho una professione”. Infine, la dedica: speciale. Come è Elisabetta: “A tutte le persone che sanno di aver fatto qualcosa per me”.
ORO E ARGENTO CINESI - Nella finalissima tutta cinese, invece, l’oro spetta a Wu Chunyan, abile a superare con inequivocabile 7-1 la sua compagna di nazionale, e avversaria per un giorno, Wu Yang, in un confronto che si rivelerà a senso unico.
PROGRAMMA DI DOMANI - Dal Ricurvo Open femminile a quello maschile: domani, nella penultima giornata del programma arcieristico, toccherà a Stefano Travisani. Il quale, dopo l’undicesimo posto ottenuto nel ranking round, partirà dai sedicesimi di finale: il primo ostacolo da superare, alle ore 10.42, è quello del giapponese Tomohiro Ueyama.