L’arciere celebrato questa settimana da World Archery è il Campione Olimpico Michele Frangilli. Racconta di sé: “La mia vita si è basata esclusivamente su questo bellissimo sport”.
Per scandire il conto alla rovescia che ci separa dai Giochi Olimpici di Rio 2016, ogni settimana sul sito web World Archery vengono pubblicate le storie dei più grandi arcieri che hanno fatto la storia del tiro con l’arco alle Olimpiadi, dall’edizione di Parigi del 1900 a quella di Londra 2012.
L’arciere celebrato questa settimana è Michele Frangilli. Racconta di sé: “La mia vita si è basata esclusivamente su questo bellissimo sport”.
Nato il 1° maggio 1976, ha partecipato a quattro edizioni dei Giochi Olimpici, con un’escalation di successi: bronzo a squadre ad Atlanta 1996, argento a squadre a Sydney 2000, oro a squadre a Londra 2012. Michele partecipò anche ad Atene 2004, dove Marco Galiazzo vinse l’oro nell’individuale, e saltò solo l’appuntamento di Pechino 2008, in cui il trio azzurro vinse la medaglia d’argento.
È stato scelto da World Archery tra i più grandi arcieri della storia perché quest’anno sta continuando la propria ascesa agonistica, preparandosi alla quinta Olimpiade (anche se la sua partenza per Rio non è ancora stata confermata ufficialmente).
La sua carriera sportiva è iniziata 30 anni fa, nel 1986, quando all’età di 10 anni ha scoccato la prima freccia. Dieci anni dopo – a soli vent’anni – partecipava già ai Giochi Olimpici di Atlanta, classificandosi in vetta alla classifica con un nuovo record olimpico di 684 punti.
Dal 2006 fa parte del gruppo sportivo della Aeronautica Militare: “il tiro con l’arco è il mio lavoro”, afferma. “Sono nell’Aeronautica Militare, ma come arciere a tempo pieno. Il mio lavoro è continuare a vincere medaglie per l’Italia”.
Fin dagli Anni ’90 Michele ha adottato un particolare stile di tiro, studiato per avere il pieno controllo di tutta la sequenza di tiro, che lo ha reso famoso in tutto il mondo come “l’arciere eretico”. “La mia tecnica è difficile da apprendere e da mettere in pratica, poiché non è molto imitata e non è considerata normale dagli specialisti del tiro con l’arco. Ma alla fine ciò che conta è riuscire a riprodurre ogni volta una sequenza di tiro sempre identica e mettere la freccia nel 10!”, spiega Michele.
Negli anni non sono mancati successi internazionali, vittorie ai Campionati Europei e del Mondo e tanti nuovi record. Ancora suo dal 1994 il record italiano Arco Olimpico Junior Maschile, con 341 punti sui 50m del FITA (oggi 1440 round) e i record nella classe Seniores Maschile sulle distanze 50m (346 punti), 70m (344 punti) e 90m (331 punti, valevole anche come attuale record europeo); suo anche il record nel 900 round con 885 punti.
Sempre suoi non solo i record italiani vigenti OL SM delle gare indoor 18m (598 punti), 25m (599 punti) e 25+18 (1.183 punti), ma anche quelli europei con 597 punti a 18m e 598 punti a 25m.
Nonostante i numerosi successi nel tiro alla targa, Michele ha sempre amato anche il tiro di campagna, che considera “l’università del tiro con l’arco”. Racconta: “Ho iniziato a praticarlo fin dall’età di 10 anni e ho sempre amato questa disciplina. L’hunter & field è una specialità che completa le capacità di controllo del tiro”.
“Nel mio medagliere personale mancano solo un oro ai Campionati Europei Indoor e uno individuale dei Giochi Olimpici. Dopo queste, potrei davvero dire di aver davvero vinto tutto! Ho 40 anni ed è difficile, ma continuerò a provarci”, ha affermato Michele.