Questa volta ha fatto il bersaglio. Disavventura per il nostro oro olimpico che è stato punto da un calabrone ha passato una notte in ospedale temendo lo choc anafilattico.
Disavventura a lieto fine per Mauro Nespoli che sabato ha voluto festeggiare il suo fresco oro olimpico a Stella, in provincia di Savona, sul campo dove aveva preparato proprio la vittoriosa missione la olimpica.
L'arciere di Voghera si era presentato sabato mattina a Stella, per mostrare la medaglia d’oro agli amici della Compagnia savonese degli Arcieri Cinque Stelle e per riprendere confidenza con arco e frecce dopo venti giorni di riposo. Doveva essere un weekend di festa, ma stavolta Mauro se l’è dovuta vedere con un avversario insolito.
«Ero al ristorante con amici e fidanzata - racconta Nespoli - quando ho sentito un qualcosa che si appoggiava su una gamba. Ho abbassato la mano e inavvertitamente ho schiacciato il calabrone che si è subito “vendicato” morsicandomi sul braccio. Ho avuto paura, perché so di essere allergico al veleno degli imenotteri, ma ho cercato di mantenere la calma per non spaventare la mia ragazza».
Quando il braccio ha iniziato a gonfiare e sono spuntate bolle e macchie rosse su tutto il corpo, Nespoli ha rapidamente puntato l'Ospedale San Paolo di Savona dove ha passato tutta la notte.
«Con cortisone e adrenalina hanno bloccato la reazione allergica, poi mi hanno tenuto sotto osservazione e mi hanno dimesso in tarda mattinata: ho saltato il secondo giorno di gara, ma ho fatto di tutto per tornare in tempo per le premiazioni: non potevo mancare».
E' un feeling speciale quello tra Mauro Nespoli e l'ex città natale di Sandro Pertini. «Ricordo Mauro da quando era bambino - racconta Piero Merlone, presidente della Compagnia Arcieri 5 stelle - veniva in vacanza a Spotorno e poi saliva ad allenarsi sul nostro campo accompagnato dai genitori. Siamo orgogliosi di lui».
Nespoli conferma e aggiunge. «Si può dire che la mia medaglia nasce qui: il mio è un oro un po’ ligure. Il campo di Stella era l’unico in Italia a presentare condizioni di vento simili a quelle che avremmo trovato a Londra. Qui ho perfezionato la mia preparazione, e visti i risultati è stata la scelta giusta. E per fortuna che alle Olimpiadi non ho incontrato calabroni».