Fitarco

Il ricordo di Giggi Cartoni, firmato da Ugo Russo

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Riportiamo di seguito il testo che il giornalista Ugo Russo ci ha inviato per ricordare il collega Giggi Cartoni

 

Caro amico mio, anche nell’ultimo atto della tua esistenza terrena hai voluto fare un colpo di teatro, basato su quella imprevedibilità nelle tue cose che spesso spiazzava tutti. Ma noi ti sapevamo autore di sketch, commedie per far divertire la compagnia; questo finale atroce proprio non ce lo aspettavamo. Ma siamo sempre lì: oggi non si può morire a 62 anni (e quanti ne dimostravi di meno!), al destino beffardo a volte piace infierire.
A darmi la ferale notizia mia figlia Margherita, che, anch’essa legatissima al Tiro con l’arco, aveva trovato in te, Giggi (come hai sempre preferito essere chiamato, con due g, ad esaltare la tua romanità), come tutti di quest’ambiente, del resto, un’amicizia vera, sincera, leale, atta ad infondere allegria.Margherita mi si è avvicinata tremando, piangendo, senza riuscire a proferire parola. Mi ha passato il telefonino dove stava leggendo le notizie sul sito dei Volontari e lì ho appreso quella cosa che mai avrei voluto sapere. Improvvisamente ho ripercorso in un baleno i momenti, e sono stati tantissimi, in cui abbiamo vissuto le gare o a divertirci fuori dalle stesse. E poi il mio ingresso in Federazione: il primo che incontravo eri sempre tu, nella tua prima stanza piena di cose e di tue idee perché tutto andasse per il meglio. Con quella fierezza, con quella abnegazione al lavoro che ti contraddistinguevano. Come è brutto usare il passato per parlare adesso di te, ma non ti preoccupare: quelli che ti hanno conosciuto manterranno la tua figura perennemente dentro di loro.Motivi di salute mi hanno impedito di darti l’ultimo saluto ad Anguillara. Conoscendomi, forse, è stato meglio così per ricordati in vita, magari con il nostro ultimo incontro in Federazione poco prima che terminasse il 2022 per i saluti di buone feste con l’altra mia grande famiglia che ho eletto essere il Tiro con l’arco. Nell’occasione, oltre a sfoderare il tuo meraviglioso sorriso al momento di vedermi, hai voluto che il nostro abbraccio di saluto fosse più forte e lungo del solito, quasi volessi presagire qualcosa: era il tuo addio? Ma tanto so che se alzerò gli occhi lassù ritroverò sempre il tuo sorriso a rassicurarmi. E resterò sempre con un dubbio: sei salito al cielo vestito come quel maledetto, terribile momento in cui ci hai lasciati o vestito da balestriere medievale come negli ultimi mondiali 3D di Terni? Lì sei stato l’autentico protagonista. Altro che gli arcieri in gara, con gli italiani a fare incetta di medaglie; TU hai catturato la scena e resteranno ad immortalare la tua immagine le tante foto scattate in quella circostanza.
Riposa in pace                            
Ugo

 

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