Questa è la storia di Alessia, una bambina di otto anni, nata senza l'avambraccio sinistro e con una grande voglia di tirare con l'arco. Un desiderio che oggi è diventato realtà.
(dal sito del CIP Toscana)
Questa è la storia di Alessia, una bambina di otto anni, nata senza l'avambraccio sinistro e con una grande voglia di tirare con l'arco. Un desiderio che oggi è diventato realtà. Si tratta del primo caso, di un atleta così piccolo, avviato all'attività sportiva dal CIP Toscana, grazie alla segnalazione del Centro di Protesi di Vigorso di Budrio.
Alessia ha un sorriso contagioso. E a quanto pare anche una tecnica di tiro niente male. Quella voglia di divertirsi, quel sorriso, c'era anche prima.
Ma il tiro con l'arco non ha fatto altro che rendere tutto più smagliante.
“Tra tutti gli sport, sinceramente non pensavamo di proporre ad Alessia il tiro con l'arco... E invece eccoci qui, oggi: in un ambiente davvero bellissimo”.
Gianna è la mamma di Alessia e sembra aver trovato una dimensione familiare all'Asd Arcieri della Signoria: un piccolo angolo di verde e di relax a Firenze, dove i risultati a livello agonistico si raggiungono, eccome... Ma un posto dove il tiro con l'arco viene anche coltivato per insegnare ai più piccoli valori profondi, come il saper perdere e la cultura della sconfitta.Un mix di passione, svago e rilassatezza perfetto anche per Alessia, otto anni per l'anagrafe, una grande voglia di cimentarsi negli sport e nata senza l'avambraccio sinistro.
Come insegna Roberto Martelloni, il tecnico che ha iniziato a seguire Alessia, “il tiro con l'arco non è uno sport immediato: bisogna dedicarci tempo e non avere fretta. È uno sport individuale ed il rischio di distrazione per i ragazzini è elevato”. Ma che soddisfazioni, quando arrivano...
Come nel caso di Alessia che grazie ad una protesi elettrica, in grado di stringere e allentare la presa, con gli impulsi che arrivano direttamente dai nervi del braccio sinistro, riesce a tirare con l'arco in completa autonomia. Il primo incontro con l'arco? Un arco di plastica, regalato da Babbo Natale alla sorella. E da lì è stato vero amore: gli insegnamenti, una protesi ad hoc, la tecnica da imparare, la voglia di gareggiare e di vincere. Come a Pasqua, contro alcuni coetanei. Maschietti.
Ora si aspetta solo di compiere nove anni e di potersi iscrivere ufficialmente alle gare: perché quel sorriso deve essere mostrato davvero a tutti. Ed è grazie anche allo sport, al tiro con l'arco, che quel sorriso è diventato ancora più smagliante.